FOLGORAZIONI FIGURATIVE: UNA NUOVA MOSTRA NEL CENTRO DI BOLOGNA PER IL CENTENARIO DI PASOLINI
luglio 1, 2022Bologna è da sempre nota come uno dei principali poli culturali del nostro paese, grazie all’incontro tra le sue tradizioni radicate nel passato e le iniziative recenti volte ad enfatizzare l’importanza dell’arte nella vita sociale. A tal proposito, dal primo marzo 2022, la città si è arricchita di un nuovo ed importante spazio espositivo. L’apertura della mostra Folgorazioni Figurative, dedicata alla formazione e alle influenze artistiche di Pier Paolo Pasolini, inaugura la galleria presente nel sottopasso di via Rizzoli. Situato in pieno centro storico (siamo a pochi metri sia dalle celebri “due torri” che dalla magnifica Piazza Maggiore), il sottopasso nasce nel 1959 come ausilio per il traffico pedonale e negli anni successivi si evolve in una sorta di polo commerciale sotterraneo, con l’apertura di negozi di vario tipo. L’affluenza non particolarmente elevata nel corso degli anni, segna il declino della struttura, che viene dunque abbandonata e rimane inagibile per diverso tempo.
Questo fino al momento in cui la Cineteca di Bologna, su volontà del direttore Gian Luca Farinelli, ne acquista la proprietà al fine di ristrutturarlo e renderlo uno spazio espositivo nuovamente accessibile al pubblico.
Ecco dunque che, dopo un lungo periodo di lavori, si arriva all’apertura del sottopasso in questa sua nuova veste, con la mostra Folgorazioni Figurative. Nata come evento focale da parte della Cineteca, per la celebrazione del centesimo anniversario della nascita di Pasolini, la mostra è curata, oltre che dal direttore Farinelli in persona, dal responsabile del Centro Studi – Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna Roberto Chiesi e dal critico, saggista e docente universitario Marco Antonio Bazzocchi. L’esposizione è incentrata sugli anni della formazione culturale del celebre intellettuale di origine bolognese, con una particolare attenzione al suo rapporto con il professore Roberto Longhi, che negli anni Quaranta ebbe un impatto estremamente rilevante sull’approccio del giovane Pasolini all’arte figurativa e alla sua interpretazione.
E’ proprio la pittura, infatti, e la sua ripercussione sulla sensibilità estetica del Pasolini regista, a rappresentare l’aspetto più rilevante della mostra. Per illustrare questo rapporto in maniera maggiormente esaustiva, facciamo riferimento alle parole di uno dei curatori, il professor Bazzocchi, che nell’introduzione al catalogo della mostra (pubblicato da Edizioni Cineteca di Bologna) ci racconta di come Longhi “ha spiegato a un ristrettissimo gruppo di studenti le differenze tra la pittura di Masaccio e quella di Masolino. Per farlo ha usato una tecnica critica assolutamente nuova, proiettando sullo schermo dell’aula i vetrini che riproducono le immagini di alcuni particolari delle opere d’arte analizzate. Lì, dai particolari, dai frammenti di un’opera, Longhi ricostruisce lo stile dell’artista, sa distinguere le fasi del suo percorso, le sa mettere in rapporto con quello che viene prima, ma anche con quello che verrà poi.
Particolari e frammenti di realtà, un viso, una mano, un lembo di veste. Corpi sezionati, esaminati a pezzi, osservati come oggetti d’amore. Per Pasolini in quei vetrini si consuma una folgorazione dove prende posto tutto il suo mondo futuro: la sua idea della Realtà come oggetto unico di attenzione, il bisogno di leggere sempre nei volti l’alterità, la diversità, la spinta a uscire fuori di sé per conoscere il mondo, e infine la carica erotica.”
Folgorazioni Figurative rappresenta, dunque, un nuovo importante tassello nel già scintillante mosaico di attrazioni artistiche che animano la città di Bologna, sempre più baluardo per il turismo culturale in Italia. (Aperta sino al 16 ottobre).
Andrea Pedrazzi